LE FIERE DEL FUMETTO: LAVORO E PASSIONE
GRAZIELLA SANTINELLI, direttrice Scuola Internazionale di Comics – sede di Jesi
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LE FIERE DEL FUMETTO: LAVORO E PASSIONE

GRAZIELLA SANTINELLI, direttrice Scuola Internazionale di Comics – sede di Jesi

PEPERONCINO - Se fossi una spezia sarei il peperoncino, perché provoca uno shock se in eccesso, ma che si fa ricordare e soprattutto se entri nella sua malìa è difficile farne a meno.

La Scuola Comics è sempre presente nelle principali Fiere del Fumetto nazionali. Ritieni che sia un’esperienza utile per la Scuola? In generale qual è il tuo pensiero rispetto alle fiere di settore?Partecipare a fiere di settore è sempre un'esperienza utile ed interessante. Vieni a contatto con una utenza specifica, dalla quale hai risposte immediate che ti permettono di capire che cosa quell'utenza sta cercando, in cosa è cambiata dall'anno precedente. Ti permette di fare un'analisi della situazione consentendoti di formulare offerte sempre più aderenti all'interesse reale. In alcuni settori, come quello del fumetto, si è vista in pochi anni una grande trasformazione delle fiere. Il pubblico è cambiato, vuole idee nuove, vuole essere più partecipativo e non un semplice visitatore passivo. Quindi diventa necessario pensare alle alternative, cercare di fare in modo che la fiera sia un evento di divertimento ma senza mai dimenticare che è anche una grande occasione per fare cultura, per "educare" il pubblico. Purtroppo questo sembra non interessare molti organizzatori di fiere che badano più al numero di ingressi che al fumetto e i suoi fruitori.
Per quello che mi riguarda, insieme a Pepelab, nel nostro lavoro alla fiera di Falcomics, abbiamo cercato di riportare l'attenzione sul fumetto in ogni sua espressione, dando spazio al divertimento ma anche alla comprensione e alla cultura del linguaggio sequenziale. Bisogna occuparsi dei lettori storici così come dei nuovi lettori, per non far declinare un'arte sempre troppo sottovalutata. Spero ci siamo riusciti e la partecipazione e l'entusiasmo del pubblico credo ci abbia dato ragione.

Sappiamo che da anni ti piace andare alla Fiera del fumetto di Angouleme in qualità di turista. Cosa ti spinge ad affrontare tanti km?Tanti, tantissimi chilometri. Ma ogni anno vado ad Angouleme con piacere e divertimento proprio per le ragioni che spiegavo prima. A differenza delle tante fiere in Italia, lì trovi il rispetto e l'apprezzamento del linguaggio a fumetti, si fa divulgazione, promozione, cultura, c'è il gusto di parlare di fumetto confrontandosi con una grande realtà (quella francese) e tornare a casa avendo sempre imparato qualcosa. Un esempio da seguire, un'idea, una tendenza, un approccio. Trovi quello che non hai nelle fiere italiane. Trovi quello che vorresti vedere anche qui. Gli studenti portati in visita, una varietà di stili e generi strepitosa, le stelle del fumetto a portata di mano, una città che vuole celebrare il fumetto e i suoi appassionati, case editrici che ti mettono in condizione di fruire di tutti i loro prodotti e dei loro autori. Insomma per un lettore affezionato è un angoletto di paradiso. Per questo ogni anno affronto chilometri e freddo pungente (la fiera è a fine gennaio) a cuor leggero e con animo in festa.

Da partecipante alle Fiere a Organizzatrice di Falcomics ormai da tre anni. Ci parli di questa nuova avventura? Difficoltà, aspetti positivi e prospettive future.Falcomics è stata una meravigliosa sfida. Frequentando le fiere da visitatrice e da standista avevo tratto le mie conclusioni. Falcomics è stato il banco di prova per capire se le mie deduzioni e le mie idee avevano fondamento. Difficoltà tante, derivate anche dall'essere "la prima volta", ma anche in questo penso che ce la siamo cavata bene, sin dal primo anno tutto è filato liscio, i piccoli inciampi se ci sono stati, rientravano nell'ordine delle cose. La burocrazia certo non rende facili le cose, ha dei tempi pachidermici e spesso blocca le possibilità, ma questo si sa.
La risposta dei visitatori è stata al di là delle aspettative. Mi ha fatto capire che avevamo visto giusto e che il pubblico vuole la cultura del fumetto, non soltanto intrattenimento che, tra l'altro, spesso ha poco a che fare con il fumetto. Quindi il ritorno che abbiamo avuto dai visitatori è stato splendido. Ti dirò anche che dopo Falcomics abbiamo visto delle nostre iniziative "clonate" in altre fiere, quindi direi che nel nostro piccolo qualche strada l'abbiamo aperta.
E' stata anche una grande, grandissima esperienza umana, la collaborazione con Pepelab, Tonidigrigio, le Associazioni Arthur Conan Doyle e Satiro mi hanno dato moltissimo in termini umani.
Per il futuro chissà? Mi piacerebbe alzare l'asticella adesso...

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